MEDICINA, SOLDI E POTERE
Non vogliamo riproporre certamente in questa sede tutto l'insieme di false speranze, propalate in ogni occasione possibile e su ogni mezzo di comunicazione disponibile ad un'opinione pubblica per lo più ignara, almeno fino a qualche anno fa, ora meno sprovveduta e pronta a chiedere spiegazioni dettagliate e notizie precise. Ma, per poter comprendere la seconda parte del dossier, oltre che per dovere di cronaca e di informazione, occorre dare testimonianza ricordando almeno le principali perle diffuse in questi anni di intensa e dispendiosa ricerca!
Mi si permetta di aprire questa parte con due articoli per certi versi complementari, anche se tanto diversi fra loro. Anzitutto il primo, davvero curioso se calato nel generale tono di consenso che circonda gli eminenti baroni di qualsivoglia settore della medicina. Il riferimento è alla contro denuncia del dottor Umberto Marini, responsabile nazionale della CIMO, uno dei maggiori sindacati dei medici ospedalieri, in replica alla prima denuncia ad opera di Silvio Garattini, direttore dell'Istituto Negri di Milano (L'Indipendente, 21-22 aprile 1996, p. 7, "Questa medicina senza scuola" di Ippolito Negri). Marini attacca andando a briglia sciolta. Non c'è nulla di cui meravigliarsi se i nuovi medici si danno alla medicina alternativa, in quanto questo settore rappresenta, a sentire Marini, ancora un mercato aperto a possibilità di lavoro. E aggiunge: "L'importante è che non ciuccino risorse comuni, che non sottraggano risorse importanti ad un sistema che già fa acqua, come hanno fatto certi ricercatori che non hanno trovato mai nulla". E' fin troppo palese l'attacco ad un personaggio come Garattini. "Certo - dice Marini - non mi risulta che abbia mai trovato una molecola. Ha fatto tanti studi e tante chiacchiere, succhiando risorse colossali alle industrie e al sistema pubblico. Ha contribuito alla crisi dell'industria farmaceutica con il risultato che oggi il sistema sanitario risparmia 3-4 mila miliardi sui farmaci, ma lo Stato ne spende di più per i disoccupati e i cassintegrati dell'industria farmaceutica. Senza contare che la ricerca italiana è completamente bloccata, e il danno sarà valutabile tra dieci anni". Marini prosegue nel suo attacco al boss sanitario: "Le uniche aziende che non si sono prese cura di quel che diceva Garattini sono le multinazionali: non vendono più in Italia, vendono all'estero, per loro non è un problema. così andiamo a cercare i farmaci in Svizzera e in Francia. Le multinazionali continuano a fare anche i congressi a cui portano anche i medici italiani, solo che li fanno all'estero, in Canada, in Sud America. Ma il problema vero è che non abbiamo più una ricerca italiana".
Il secondo invece è tratto dall'organo ufficiale dell'Ordine dei Medici di Torino ed è firmato sia dal presidente dello stesso Ordine, Michele Olivetti, sia dal preside della facoltà di medicina, Francesco Di Carlo. In esso si legge quanto segue: "La medicina moderna è andata progressivamente costituendosi negli ultimi tre secoli come una scienza naturale, tanto da rappresentare oggi "scienza sperimentale" nel senso più compiuto del termine. Pertanto appare oggi del tutto inaccettabile l'attuazione di qualsiasi pratica terapeutica che non trovi i propri presupposti nelle conoscenze biomediche più saldamente acquisite e che non abbia avuto il supporto di una sufficiente sperimentazione biologica e clinica. Attualmente le pratiche comunemente ed impropriamente indicate come medicina alternativa e/o complementare, si presentano avulse dal corpo delle conoscenze biomediche scientifiche universalmente accettate. (...) In ogni caso a tutela del superiore interesse della salute pubblica, si ricorda come sia grave responsabilità il sottrarre i pazienti a terapie di efficacia scientificamente dimostrata e consolidata dall'uso per sottoporli alla adozione di pratiche alternative". (Torinomedica, luglio-agosto 1996).
E' davvero interessante questo confronto fra il libero sfogo di un medico, stanco di forme di potere prevaricatore della libertà di ogni individuo, e d'altro canto la "libera" imposizione di un'unica scelta terapeutica stabilita dalla medicina cosiddetta ufficiale, perché ci introduce in quel clima di lunghi coltelli che caratterizza il mondo della medicina e della ricerca in particolare, che elimina dal panorama, e nemmeno troppo metaforicamente, tutto quanto ostacola la ragione primaria della ricerca stessa: trovare e raccogliere soldi, non certo la salute del cittadino. Se così non fosse, non si giustificherebbero nemmeno le massicce campagne per la raccolta di fondi poi dirottati, come abbiamo visto prima, ad altre destinazioni e che solo in minima quantità servono a far camminare la ricerca.
Viene da chiedersi perché tutta questa disponibilità si abbia in maniera così sovrabbondate per le terapie più costose, mentre quelle più economiche vengano boicottate, i ricercatori denigrati, osteggiati, allontanati e spaventati con ogni mezzo; per non dire poi dei pazienti che vengono per lo più ricattati dagli ambulatori o dai reparti ospedalieri con il timore che, qualora dichiarino di adottare terapie alternative, rischino di trovarsi sbattuti in mezzo alla strada, dimostrando come sia labile la memoria dei medici in merito al famoso giuramento di Ippocrate che impone la cura gratuita a chiunque ne faccia richiesta o dimostri di averne bisogno. Ah già, ce ne stavamo quasi dimenticando: Ippocrate era (per forza di cose visto che la sintesi chimica non era ancora nata) un medico alternativo e, anche se è il vero padre fondatore della medicina, è meglio passare sotto silenzio quello che ha insegnato e che - guarda caso! - vale ancora oggi per la medicina naturale!
INDICE
Copertina
Prefazione
Introduzione
La
ricerca ufficiale
Dove
finiscono le vostre offerte
Le
statistiche truccate
Prima
conclusione
La
ricerca ostacolata: scoperte e persecuzioni
Il
caso Alessiani
Il
caso Görgün
Il
caso "Albert"
Il
caso Di Bella
Il
caso Zora
Il
caso Bonifacio
Il
caso Essiac
Il
caso Hamer
Il
caso Pantellini
Il
caso Breuss - Il naturismo - L'aloe
Il
caso Proper-Myl
Il
caso Vincent
Conclusioni
finali
Appendice
e Nota alla 1° edizione