<%@ Language=VBScript %> DISCUSSIONE

DISCUSSIONE

Sulla scorta, di quanto ho raccontato sulla storia che vide Adriana come principale protagonista e in base a quello che dice la letteratura medica non si può affermare che Adriana avesse questa malattia. Vorrei evidenziare alcuni punti fondamentali.

(1 La biopsia si riferisce a probabile fibrosi tipo (UIP) La probabilità non è certezza, dice che la componente infiammatoria è scarsa nell’interstizio, e occasionali la presenza di fibroplasti, mentre nella patogenesi di queste malattie si riscontra un alta componente infiammatoria e un alto numero di fibroplasti, si osserva fibrosi collagene ma non dice il tipo di collagene. Si precisa che il collagene è presente nei polmoni in quantità del 20/30% e il collagene che produce tessuto fibrotico normalmente è di tipo I, quindi l’esame istologico non conferma nulla di concreto.

(2 Da quello che dice la medicina di malattie polmonari n’esistono più di 150 e tante si assomigliano come caratteristiche patogeniche e per avere una diagnosi certa bisogna fare tante indagini diagnostiche, come la broncoscopia, il broncolavaggio, broncoaspirato, ecc. come descritte nel riassunto del dott. Corrado  Cancellotti

(3 Dai sanitari dell’ospedale San Martino e quelli dell’ospedale San Matteo di Pavia, viene segnalata una marcata ipogammaglobulinemia di tipo IgG a 481 mg/dl valori normali 800/1600, questi valori quando Adriana era ricoverata a Bobbio (PC) e alla sua dimissione erano ottimi a 1591 mg/dl e anche i valori di HDL 431 valori normali 230/460, LA VES alla dimissione da Bobbio era a 13 mm/h valori normali da 0 a 20, i valori di pcr waaler, rose, tsa, IgG, Igm, Iga, IgE c3, c4, nella norma e tanti altri valori erano in via di normalizzazione. Alla dimissione le condizioni respiratorie erano soddisfacenti, non erano rilevabili rumori aggiunti polmonari, non era presente dispnea, al controllo evolutivo il pneomologo rilevò un netto miglioramento del quadro TAC HR. Quindi Adriana in questo ospedale migliorò nettamente e le sue condizioni alla dimissione erano buone. Tengo a precisare che lei è finita in ospedale per un incidente stradale e non per questa malattia, anche se lei come raccontato prima soffriva di questo problema, sottolineo anche che lei era a Ottone (PC) per lavoro, quindi una persona che è in grado di lavorare non è grave. Adriana il 10/08/1999 viene dimessa e a casa conduce una vita normale facendo tutte quelle cose che normalmente si fanno.

(4 Il 18-08-1999 viene ricoverata al San Martino e qui iniziò il suo calvario come raccontato precedentemente, quello che io ritengo è che ci fu un ritardo per le indagini diagnostiche e non è stato fatto tutto quello che cera da fare. Qui le condizioni di Adriana si mantennero buone tanto è vero che fu dimessa il 24-08-1999 e rientrò il 27-08-1999. Nei periodi successivi prendeva anche dei permessi e veniva a casa. Il 06-09-1999 gli fu fatta la biopsia ai polmoni al monoblocco e devo dire che lei si alzò dal letto lo stesso giorno aiutata da me per andare in bagno, nei giorni successivi le sue condizioni miglioravano considerando che ha subito un intervento chirurgico, poi rientrò al Maragliano e le sue condizioni miglioravano, in data 27-09-1999 gli viene iniziata la terapia immunosopressiva, le condizioni si mantennero stabili fino al 30-09-1999, in quei giorni iniziò a stare male e nelle settimane seguenti, erano sempre peggio, era costretta a fare sempre più ossigeno e per andare in bagno era costretta a portarsi la bomboletta portatile dell’ossigeno. Spesso gli usciva sangue dal naso, aveva vari dolori articolari, la glicemia era sempre più alta con valori di 500 quando era bassa era a 250/280/350 ecc. In questo periodo i medici non fecero nulla, esami specifici, ecc. Il 15-11-1999 fu trasferita a Pavia per essere messa in lista d’attesa di trapianto polmonare e il 24-11-1999 fu inserita in questa lista, qui le sue condizioni erano gravi, era al letto cateterizzata. Il professore D. R. disse che avrebbe sospeso la terapia immunosopressiva e avrebbe ridotto il cortisone e disse che trasferiva Adriana in rianimazione, disse anche che probabilmente Adriana aveva contratto delle infezioni di vario genere che la facevano respirare male e che probabilmente la terapia immunosopressiva lei non la sopportava. Disse che comunque in quelle condizioni com’era non avrebbe potuto superare un eventuale intervento chirurgico per il trapianto, disse che avrebbe fatto una terapia con immunostimolanti e altre procedure per ripristinare il suo sistema immunitario. Di tutto questo non è stato attuato niente, i sanitari di Pavia avrebbero dimesso Adriana per mandarla a casa in data 01-12-1999 io gli feci notare che in quelle condizioni così gravi a casa non sarebbe stato possibile perché avrebbe avuto bisogno di personale specializzato, allora dissero che la rimandavano al Maragliano in quanto per loro quello che c’era da fare era stato fatto per metterla in lista. A quel punto doveva solo aspettare l’eventuale donatore. Il 28-11-1999 le sue condizioni si sono aggravate notevolmente con febbre a 39.5 e le sue condizioni peggioravano di ora in ora e i sanitari non hanno attuato nulla per salvarla come quella di trasferirla subito nella rianimazione, intubarla, fare delle trasfusioni di sangue o la somministrazione di gammaglobuline, tutte queste misure si devono attuare, come riportato dai vari testi di medicina, hanno solo somministrato farmaci in maniera empirica e basta. Adriana ha sofferto per tutto il pomeriggio del 28 fino alla sua fine, il 29-11-1999 ore 8 in modo atroce, non voglio entrare nei particolari, dico solo che questo non è giusto.

(5 Si sottolinea, che non c’è stato il consenso informato e firmato da mia moglie come prevede la legge, quindi lei era all’oscuro di quali effetti collaterali della terapia aveva e quali erano i rischi che andava incontro, i medici del San Martino hanno solo raccontato delle menzogne ingannando mia moglie e anche me, spettava a lei di cosa fare della sua vita se accettare o no una simile terapia, questo era un suo diritto fondamentale.

(6 La somministrazione di una simile terapia comporta molti rischi tra i quali: tumori, malattie polmonari, abbassamento delle difese immunitarie, espone il soggetto ad alto rischio di contrarre graviinfezioni opportunistiche di vario genere e se si abbassano i valori di IgG devono essere fatte delle trasfusioni di sangue o di immunoglobuline o altri farmaci che aiutano il sistema immunitario. Il paziente deve essere tenuto in camere sterili a scopo protettivo, si deve considerare il farmaco come potenziale causa di malattia polmonare e si deve sospendere, tutto questo non è stato attuato.

(7 Sono stati somministrati farmaci sperimentali per quel tipo di patologia come confermato anche dal ministero della sanità senza il consenso di Adriana e questo è grave!

(8 Se veramente Adriana avesse avuto la malattia diagnosticata (cosa che io escludo nel modo più categorico) doveva essere messa da subito in lista d’attesa di trapianto per dargli anche una remota possibilità di trovare un donatore, visto che questa è l’unica possibilità di vita che si ha in questi casi. Non si doveva fare una terapia così distruttiva, magari provare ma se era refrattaria alla terapia bisognava sospenderla, tra l’altro la qualità di vita di Adriana era buona, quindi poteva essere fortunata a trovare un donatore e questa possibilità anche remota gli è stata negata e questo è gravissimo, si sa quali sono i rischi di un simile intervento di un trapianto ma nessuno potrà mai sapere come sarebbe finita e poi caso molto strano, secondo una statistica di  vita media di soggetti con queste patologie non muoiono in così poco tempo. E poi quello che è strano che le sue condizioni di salute si sono aggravate dopo l’inizio della terapia ed è morta nel giro di due mesi. Per me, è chiaro che lei non è morta per questa malattia ma per le conseguenze e gli effetti collaterali della terapia e le infezioni che ha contratto tra queste lo staphylococcos aureus e altri. I medici non hanno fatto niente eppure si sa che un soggetto in stato di immunosopressione va in contro a gravi patologie infettive e il medico sa quali esami diagnostici in questi casi sono da fare e cosa cercare e quale terapia bisogna fare. Adriana e stata messa in lista di trapianto il 24/11/99 dopo che era stata distrutta dalla terapia e dalle sue conseguenze, e comunque troppo tardi non gli e stata data nessuna possibilità di vita.

(9 Ritengo che i sanitari del san. Matteo di Pavia non abbiano attuato misure per salvare Adriana , e comunque hanno continuato una terapia senza dare informazioni concrete, e senza accertarsi del consenso del paziente.

(10 Il riscontro dell’autopsia parla di polmonite batterica in evoluzione fibrotica, parla anche di broncopolmonite. Leggendo cosa c’è scritto si contrasta completamente dalla biopsia fatta il 06/09/99 innanzi tutto l’istologico dell’autopsia non specifica il tipo di batteri riscontrati,e questo e importante saperlo, perché si possono sapere molte cose importanti. E poi a ridurre in questo stato Adriana sono stati i farmaci e su questo io dubbi non ne ho.

(11 La relazione medico legale del DR. Fassina di Pavia nominato dal P.M. A mio avviso e molto superficiale e non fa altro che descrivere il caso clinico. Descrivendo una malattia che in letteratura medica si sa che e importante, e in più si contrasta con i fatti reali e sotto certi aspetti si contraddice. Nella relazione a (pag. 10 si evince che Adriana fu inserita in lista d’attesa di trapianto polmonare quando era ancora ricoverata al San. Martino. E questo non corrisponde a verità perché Adriana e stata inserita in lista di attesa il 24/11/99 infatti Adriana venne trasferita a Pavia il 15/11/99 questo si può controllare dalla banca dati del norditaly transaplant. Nella stessa pagina si legge che Adriana era refrattaria alla terapia. Su questo punto il DR. Fassina se le posta la domanda che continuare una terapia specialmente con immunosoppressori non si faceva altro che aggravare la salute di Adriana? Credo che non ci voglia tanto a capire che continuare a somministrare farmaci senza ottenere beneficio e controproducente somministrarli. A pag.15 Si avvince che la natura  della malattia e infettiva, diagnosticata dai sanitari di Bobbio (PC) quindi fu impostata terapia antibiotica con tecoplanina, claritromicina, nettilmicina, e glicocorticoidi. La correttezza del trattamento (Pag. 16) determino un netto miglioramento, e regressione. Durante il ricovero si assistette a un progressivo miglioramento della funzionalità respiratoria con scomparsa di rumori aggiunti polmonari, non e presente dispnea permanente. Il Dr. Fassina scrive che fu corretta la decisione di dimettere Adriana il 10/08/99. Quindi sulla base di questo il Fassina sì e posto la domanda: come mai Adriana, presso l’ospedale di Bobbio, migliorò con il trattamento antibiotico invece, successivamente, al San Martino, con il trattamento immuno sopressivo, Adriana, iniziò a stare male? E dopo questo trattamento la situazione precipitò fino alla sua fine?

(A pg 17) si avvince, come detto sopra, che il Dr. Fassina scrive che era refrattaria alla terapia e le condizioni di Adriana si sono aggravate, nonostante il mantenimento della terapia immuno sopressiva; come detto sopra non era refrattaria alla terapia? A pg 14 il Dr. Fassina scrive: che l’impiego dei corticosteroidi e degli immuno soppressori in ragione dell’elevato potere antinfiammatorio si dimostra utile nelle forme iniziali prima che si sia instaurato il processo fibrotico.

Quindi, sulla base di questo, era inutile fare una terapia così, oltretutto Adriana era refrattaria a queste terapie; sempre a pg 14 si evince che la terapia era finalizzata non alla guarigione ma alla sopravvivenza in attesa di trapianto. Ma come ripeto Adriana era refrattaria alla terapia quindi questa terapia non serviva a niente. E poi Adriana come continuo a ripetere prima di questa maledetta terapia le sue condizioni di salute erano buone. Il DR. Fassina si è posto la domanda che sarebbe stato meglio non fare questa terapia ma inserire Adriana in lista di attesa da subito, dando anche una remota possibilità di trovare un donatore? Oltretutto con una qualità di vita, come detto sopra, buona?

A pg 13 si avvince, sul riscontro radiologico, di un diffuso interessamento interstiziale con quadro a vetro smerigliato. Si sottolinea che su questo punto il quadro a vetro smerigliato è riscontrabile in varie patologie polmonari. Sempre a pg 13 si legge che gli attacchi d’asma fossero in realtà, dovuti alla compromissione polmonare. E su questo punto, allora, dovrebbero esserci responsabilità nei confronti del medico di famiglia dr. Paolo M. che curava Adriana come asma, prescrivendo farmaci senza far fare esami specifici, come da me detto nel mio racconto e come risulta dalla querela inoltrata nei confronti di questo medico.

Io credo che sarebbe stato meglio fare degli esami diagnostici piuttosto che prescrivere farmaci che sicuramente hanno fatto gravi danni, dato che come risulta, la malattia di Adriana era di natura infettiva; quindi si sa che questi casi devono essere curati con antibiotici e non con farmaci cortisonici.

A pg 7 si legge che è stato isolato uno staphpylococus aureus. Fu impostata terapia con gentalyn. Il dottor Fassina sa benissimo che un simile batterio in una persona immuno depressa è fatale; e comunque queste infezioni vanno curate con antibiotici di prima scelta e non con gentalyn; e poi quello che è assurdo e come si fa a curare un’infezione batterica mantenendo una terapia immunosoppressiva che continua a distruggere le difese immunitarie? Quando invece in questi casi bisogna rinforzare le difese immunitarie; oltretutto, come detto, Adriana era refrattaria alla terapia.

Sempre a pg 7 si legge che in Adriana si segnalava una ipogammaglobulunemia di tipo IgG 481 mg/dl v. n. 800/1600. Il Dr. Fassina sa benissimo che ciò era portato dalla terapia immunosoppressiva, e in questi casi si rendono necessarie anche trasfusioni di sangue o la somministrazione di gammaglobuline e altre terapie che possono rinforzare il sistema immunitario.

Il Dr. Fassina avrà letto la cartella clinica dell’Ospedale di Bobbio e avrà visto che i valori di IgG erano ottimi, cioè a 1591 mg/dl; si sarà chiesto come mai accadeva questo?

A pg. 12 il Dr. Fassina descrive la malattia e non fa altro che confermare quanto riportato in letteratura medica su queste patologie; ma si sarà domandato come mai tutto questo non era presente nell’esame istologico della biopsia di Adriana? Infatti lui stesso descrive che in queste patologie sono presenti linfociti, polimorfonucleati, magrofaggi e fibroplasti e infiammazione del parenchima polmonare affetto. Come detto più volte la biopsia di Adriana dice che è scarsa l’infiammazione, e occasionali i fibroplasti, il Fassina sa anche che queste cellule, normalmente, sono presenti nei polmoni in percentuali adeguate e servono per le normali difese degli stessi.

In questa relazione il Dr. Fassina non descrive quali sono i danni di una simile terapia, e come deve essere tenuto un paziente in stato di immunosoppressione, non parla neanche del consenso informato, che non c’è stato, eppure tutte queste cose credo che lui le sappia, essendo un medico legale, oppure no? Comunque su questa relazione potrei scrivere tante altre cose ma quanto detto fino ad adesso credo che basti; voglio solo dire che è stata fatta con molta superficialità e nello stesso tempo si contraddice in vari punti.

(12) Quello che e assurdo in queste patologie, che vengano usati farmaci come l’azatioprina, la ciclofosfamide, e altri, e gli stessi farmaci portano malattie interstiziali e fibrosi polmonare, oltre a tutti gli altri effetti collaterali che hanno. E questo e un paradosso curare ho cercare di curare una malattia come la fibrosi, quando lo stesso farmaco ti porta alla stessa malattia di cui il farmaco viene usato.

(13) La letteratura medica dice che in presenza di diabete una simile terapia non può essere attuata e i medici lo sanno questo, Perché hanno fatto questa terapia su Adriana? Questo non e conforme a quanto detto sopra, e oltretutto Adriana era refrattaria alla terapia quindi la somministrazione di questi farmaci non ha fatto altro che aggravare la sua salute.

(14) Dalla cartella clinica di Pavia si avvince che sono stati fatti esami diagnostici ininfettivologia in data (16/11/99 per la ricerca delle seguenti patologie, oxo, bv, legionella, coplasma, candida, epatite, ecc. Di questi esami che si ritiene che siano importanti in cartella clinica non esiste traccia degli esiti di laboratorio dove sono?

(15) In letteratura Medica e scritto che tante malattie polmonari possono essere portate perché si e a contato con animali. Infatti come da me raccontato à pagina 10 Adriana e stata a contatto con animali, e lei stessa dichiara che i suoi problemi di respiratorie li ha cominciati ad avere dal 1997, in quel periodo questi animali si sono ammalati e in seguito morivano tutti con problemi polmonari. Quindi io ritengo che la causa dei problemi respiratori erano di natura infettiva causate da questi animali, infatti i sanitari di Bobbio parlano di leucocitosi neutrofila con aumento della velocità di eritrosedimentazione, e la malattia era di natura infettiva. Questo e compatibile con la letteratura Medica infatti questo si riscontra quando c’è un’infezione batterica, e per vedere il tipo di infezione ci sono da fare esami specifici come l’esame del espettorato, il BAL, esami culturali ecc, tutto questo non e stato fatto per quale ragione? Tutto questo era stato detto ai sanitari del San. Martino per quale ragione l’oro l’anno escluso che gli animali portano malattie polmonari? Io ritengo che questi animali siano stati la causa di tutto, e le malattie di natura infettiva vanno curate con antibiotici di prima scelta e no con farmaci immunosoppressori ho cortisoni. Il fatto che Adriana quando era ricoverata a Bobbio (PC) a avuto netti miglioramenti dalla terapia antibiotica giustifica che la sua malattia era di natura infettiva, e non era di natura fibrotica come dicono i sanitari del San. Martino. Il fatto che lei potesse avere ombre fibrotiche era dovuto al fatto che il Medico di famiglia la curava con farmaci a base di cortisone senza mi prescrivere esami specifici, che poi bastava fare di raggi X per rendersi conto della situazione e fare la giusta terapia, questi farmaci che il Medico di famiglia prescriveva sicuramente hanno peggiorato la salute di Adriana causando infiltrazione polmonare causata da farmaci cosi come e scritto in letteratura medica. Comunque tutto questo era risolvibile con le giuste terapie del caso, e facendo tutti gli esami diagnostici che sono da fare. Poteva anche volerci molto tempo per guarire, d'altronde anche i sanitari di Bobbio anno parlato di tempi lunghi per la guarigione ma non anno mai detto che Adriana era in pericolo di vita. Quindi io credo che dai tempi lunghi per una guarigione, à morire ci sono enormi differenze oppure no? Di certo la malattia non era di natura genetica, ho immunitaria, come dissero i Medici del San. Martino, questo io l’esludo nel modo più categorico.     

(16) Nella storia che vide protagonista Adriana sono stati commessi troppi errori, se così li vogliamo chiamare, in quanto, per me, non possono essere errori, per varie ragioni. Un errore o anche due possono essere accettati, ma tanti no! I medici hanno avuto tutto il tempo per aiutare Adriana, ma non lo hanno fatto. Hanno raccontato tutta una serie di menzogne; potevano e dovevano sospendere quella terapia, oltre tutto, come loro stessi affermano Adriana era refrattaria alla terapia, e, anziché portarle giovamento non ha fatto altro che farla peggiorare, che scopo c’era nel continuarla? E poi perché non hanno isolato Adriana a scopo protettivo? E per quale ragione non l’anno informata come prevede la Legge cioè il consenso informato firmato da lei? Oltre tutto Adriana era pure diabetica a causa dei farmaci con valori di glicemici altissima che gia questa malattia da sola e molto importante e si può anche morire. E poi lei prima di questa terapia stava discretamente bene nonostante che abbia subito una biopsia polmonare il 06/09/99 e i medici lo sanno e hanno visto che lei peggiorava dopo la terapia in modo grave. Io penso che sbagliare sia umano ma perseverare è diabolico. Alla luce di tutta questa brutta storia qualunque persona si pone tante domande e quella che mi pongo io è la seguente: quale era il vero scopo di questi medici?