Il medico ha l’obbligo, in qualsiasi circostanza, di valutare se un
soggetto può intraprendere o proseguire la preparazione atletica e la
prestazione agonistica.
Il medico deve esigere che la sua valutazione
sia accolta, in particolare negli sport che possano comportare danni
all’integrità psico-fisica degli atleti, denunciandone il mancato accoglimento
alle autorità competenti e all'Ordine professionale.
Commento:
Questo articolo richiama il
medico alla correttezza di comportamenti in ogni fase dell’attività
sportiva.
In particolare impone al medico di evitare qualsiasi atteggiamento
di inerzia soprattutto riguardo a sport che possono frequentemente comportare
danni all’idoneità psico-fisica degli atleti.
L’attuale formulazione
dell’articolo rafforza il dovere del medico di intervento (il caso tipico è
quello del medico di bordo-ring durante gli incontri di boxe): E’ prevista,
infatti, la denuncia alle autorità competenti e all’Ordine professionale nel
caso in cui la decisione del medico di interruzione dell’attività sportiva
incontri difficoltà operative.
Lo scopo della norma è, infatti, quello di
difendere, nell'interesse primario della tutela della salute pubblica, le
attribuzioni del medico nel campo della medicina sportiva.
I regolamenti
delle varie Federazioni sportive nazionali e internazionali devono prevedere
disposizioni che permettano l'intervento dei medici per impedire ad un soggetto,
in condizioni psicofisiche precarie, di intraprendere o proseguire gli
allenamenti e/o le prestazioni agonistiche. La norma deontologica, peraltro,
costituisce principalmente un richiamo alla coscienza professionale del medico
che non deve mai dimenticare che le sue responsabilità sono quelle di difendere
la salute dei suoi assistiti.
Si pensi a questo riguardo alla necessità di
non farsi colpevolmente condizionare dai rilevanti interessi economici connessi
alla pratica sportiva professionistica.
Il medico deve potere e sapere
"fermare", se le condizioni soggettive e oggettive lo impongano, anche un atleta
famoso alla vigilia o durante un importante impegno agonistico. Ancora maggiore
spazio se possibile, deve essere riconosciuto al medico nella tutela, senza
condizione, degli "atleti in erba" cioè dei soggetti in età
evolutiva.