MEDICINA E SALUTE: (VOLUME 4: Editore UTET Torino)

EDIZIONE ORIGINALE A CURA DI JOSEP DEL HOYO I CALDUCH: EDIZIONE ITALIANA A CURA DI CARLO ENRICO GROSSI

FIBROSI POLMONARE

DEFINIZIONE

La fibrosi polmonare o malattia interstiziale diffusa del polmone o alveolite sclerosante, comprende una serie di disturbi che alterano le pareti degli alveoli, cioè l'interstizio alveolare, e portano a una sostituzione del tessuto che normalmente forma queste pareti con una grande quantità di fibre di collagene. Ciò riduce la capacità di distensione del polmone, limita la capacità respiratoria e provoca insufficienza respiratoria.

  CAUSE E FORME CLINICHE

La fibrosi polmonare si può presentare come com­plicazione di una malattia polmonare precedente. Attualmente si conoscono oltre centocinquanta cause di fibrosi, ma nella maggior parte dei casi il disturbo è di origine conosciuta. Si distinguono due tipi fondamentali di fibrosi polmonare, quella secondaria, quando la causa è conosciuta, e quella primitiva, se l'origine è sconosciuta. La fibrosi polmonare secondaria, detta anche alveolite sclerosante estrinseca può essere dovuta a diverse cause note, tra le quali le. più comuni sono le pneumoconiosi, cioè le malattie dovute all'inalazione di polveri inorganiche, come la silicosi e l'asbestosi. Si possono presentare anche in seguito ad alveoliti allergiche estrinseche causate dall'inalazione di polveri organiche, come nel caso del polmone del fattore, o dell'allevatore di colombi o di uccelli. Un'altra possibile causa di fibrosi polmonare è l'inalazione di diverse sostanze tossiche quali l'acido cloridrico, l'acido solforico, vapori di solfato di rame e il diserbante paraquat. Anche la somministrazione di determinati farmaci, specialmente quelli citostatici e diversi antibiotici, può causare una fibrosi polmonare in soggetti predisposti. Esistono anche altre cause meno frequenti, come l'irradiazione polmonare, accidentale o in seguito a terapia, le infezioni e l'edema polmonare cronico. I meccanismi, attraverso i quali si può produrre la fibrosi polmonare che accompagna i disturbi descritti, sono conosciuti e vengono descritti nei capitoli corrispondenti. La fibrosi polmonare primitiva, detta anche fibrosi polmonare idiopatica o alveolite sclerosante intrinseca, è di origine sconosciuta. La fibrosi polmonare si può sviluppare per cause sconosciute e risulta associata a diverse malattie quali la sclerodermia, l'artrite reumatoide, il lupus eritematoso disseminato, la sarcoidosi, la sclerosi tuberosa, la neurofibromatosi, l'epatite cronica attiva e il morbo Crohn. Nella maggior parte dei casi, però, la fibrosi polmonare si sviluppa in modo isolato, senza alcuna relazione con altre malattie. La fibrosi polmonare idiopatica isolata è stata il primo tipo di fibrosi polmonare descritto con il nome di sindrome di Hamman-Rich, dal nome di coloro che I 'hanno descritta; attualmente, questa denominazione non è molto utilizzata. Generalmente, la malattia si presenta tra i 50 e i 60 anni senza che vi siano cause scatenanti apparenti, e colpisce con frequenza maggiore i maschi rispetto alle femmine. In ogni caso, indipendentemente dalle cause, le alterazioni polmonari che si presentano sono simili. Il primo disturbo che si produce è un'infiltrazione di cellule del sistema immunitario, specialmente linfociti, nelle pareti degli alveoli, con un conseguente loro ispessimento. Queste cellule liberano una serie di sostanze che danneggiano le pareti alveolari e l'interstizio polmonare. Successivamente in queste zone si riscontra un'alta componente infiammatoria, e si infiltrano cellule fibroblasti in gran numero, cioè cellule del tessuto connettivo che sintetizzano fibre collagene. Le fibre prodotte occupano l'interstizio che si ispessisce perdendo elasticità. Viene così ridotta la proprietà elastica dei polmoni, che normalmente ne permette la distensione e il ritorno. In questo modo si riduce la differenza tra il volume d'aria che i polmoni possono contenere durante l'inspirazione massima, cioè quello che riempie gli alveoli dopo una profonda inspirazione, e il volume d'aria che residua nei polmoni alla fine dell'espirazione, che risulta superiore alla norma. Pertanto, la perdita di elasticità dovuta alla fibrosi polmonare riduce la capacità respiratoria. L’ispessimento delle pareti alveolari, inoltre, rende difficili gli scambi gassosi tra l'aria alveolare e il sangue capillare. A causa della riduzione della capacità respiratoria e della riduzione degli scambi gassosi, diminuisce anche la quantità di ossigeno che arriva al sangue mentre viene trattenuta anidride carbonica; si sviluppa così un'insufficienza respiratoria.

SINTOMI ED EVOLUZIONE

Le manifestazioni della fibrosi polmonare possono variare a seconda della forma clinica che si considera. I sintomi più comuni, però, sono sempre dati da dispnea cioè sensazione di difficoltà respiratoria, causata dalla diminuzione della capacità respiratoria, e da tosse secca. La fibrosi polmonare secondaria è accompagnata anche dai sintomi caratteristici della malattia responsabile. In ogni caso, il tipo di evoluzione dipende dalle caratteristiche del fattore responsabile. La fibrosi polmonare idiopatica si può presentare in forma acuta, con un'evoluzione rapida, o in forma cronica, con un'evoluzione più lenta. La forma acuta, chiamata anche sindrome di Hamman-Rich, esordisce in modo improvviso, con sintomi simili a quelli di un'infezione respiratoria. Generalmente i primi sintomi sono dati da febbre, tosse secca senza espettorazione, astenia e inappetenza. Dopo alcuni giorni dalla comparsa di questi sintomi, si presenta la dispnea, che provoca un aumento di frequenza degli atti respiratori, e ha la stessa intensità sia in posizione sdraiata che seduta. In un primo momento la dispnea compare dopo sforzo, ma entro poco tempo si aggrava fino a presentarsi anche quando si compiono gesti quotidiani quali pettinarsi o cambiare di posizione. A causa dell'insufficienza respiratoria dovuta alla fibrosi, compare anche cianosi cioè una colorazione bluastra della pelle, dovuta all'alterazione della concentrazione dei gas nel sangue. Di solito l'evoluzione è infausta, e spesso l'insufficienza respiratoria si aggrava rapidamente. È caratteristico che in soli due o tre anni si sviluppi un'alterazione che generalmente si osserva soltanto nel corso di alterazioni respiratorie o cardiache croniche, cioè l'acropachia digitale o dita a bacchetta di tamburo. Alla fine, l'insufficienza respiratoria può produrre complicazioni letali in un periodo di tempo inferiore ai tre anni. La forma cronica esordisce in modo progressivo. Di solito la manifestazione più importante è la dispnea, che all'inizio non è molto intensa, ma che nell'arco che va dai cinque ai dieci anni aumenta progressivamente, e si presenta dopo sforzi sempre meno intensi. Spesso compare anche una tosse secca, senza espettorazione. Nelle fasi avanzate, quando insorge l'insufficienza respiratoria, si riscontrano acropachia digitale e cianosi. Spesso si producono complicazioni infettive, quali bronchiti acute o polmoniti, che provocano un peggioramento dei disturbi. Quando la malattia si trova in fase avanzata, dopo alcuni anni, il malato può morire a seguito dell'insufficienza respiratoria.

DIAGNOSI

I sintomi e l'evoluzione descritti dal paziente e raccolti durante l'anamnesi possono orientare verso la diagnosi di questa malattia. Poiché la causa del disturbo può essere molto varia, quando si sospetta un caso di fibrosi polmonare si effettua un'anamnesi dettagliata per individuarne la possibile causa. Attraverso l'esame obbiettivo si possono riscontrare manifestazioni caratteristiche. Con l'auscultazione del torace si percepiscono rumori tipici, simili a sfregamenti, causati dai movimenti delle pareti alveolari ispessite. La radiografia del torace è il primo esame complementare che si esegue per diagnosticare questo disturbo. La radiografia dimostra l’ispessimento dell'interstizio polmonare, che all'inizio è prevalente alla base dei polmoni, ma che poi si estende a tutta la loro superficie. Nelle fasi avanzate, a volte si può osservare un'immagine che ricorda un favo, chiamata polmone a favo, dovuta alla fibrosi delle pareti alveolari. Nella radiografia è possibile osservare anche che il diaframma e sollevato rispetto alla norma, e ricorrendo a una radioscopia e possibile dimostrarne la ridotta mobilità. Per valutare la compromissione della funzione respiratoria si esegue un'esplorazione funzionale respiratoria. Con la spirometria si dimostra che si è prodotta un'alterazione di tipo restrittivo, caratterizzata da una diminuzione della capacità vitale e del volume massimo espiratorio per secondo, ma senza alterazione dei rapporti tra i due parametri. Si effettua anche una gassometria arteriosa in cui di solito si determina una riduzione della pressione arteriosa parziale di ossigeno e un aumento di quella di anidride carbonica, indici caratteristici dell'insufficienza respiratoria. Per accertare la possibile causa a volte è necessario ricorrere anche a esami molto diversi, che possono comprendere studi immunologici e, in alcuni casi la biopsia polmonare.

TERAPIA

Nella fibrosi polmonare secondaria il trattamento si basa sulla cura della causa. In alcuni casi si riesce in questo modo a guarire il disturbo completamente. Ma nelle fasi avanzate le lesioni possono risultare irreversibili, e allora si deve applicare un trattamento simile a quello della fibrosi idiopatica. La fibrosi idiopatica viene abitualmente trattata con la somministrazione di corticosteroidi, farmaci che riducono l'infiammazione alveolare e possono favorire la rigenerazione dei tessuti lesi. L'efficacia dei corticosteroidi, però, dipende dallo stadio della malattia; infatti, se il disturbo è nelle fasi iniziali. è possibile ottenerne la remissione, mentre nelle fasi avanzate i risultati sono poco soddisfacenti. Se i corticosteroidi non risultano efficaci si possono somministrare altri farmaci, citostatici che bloccano la proliferazione cellulare. Si sta attualmente valutando l’utilità di questi farmaci.

CIÒ CHE SI DEVE SAPERE

La fibrosi polmonare è un disturbo caratterizzalo da un ispessimento delle pareti alveolari che riduce l'elasticità del polmone, limita la capacità respiratoria e provoca un 'insufficienza respiratoria. La fibrosi polmonare si può presentare come una complicazione di diverse malattie polmonari quali la silicosi, l'asbestosi, il polmone dell'allevatore di colombi, o di uccelli, contatto con animali domestici, es. pappagalli, roditori, ecc,  e la sarcoidosi. Può essere causata anche dall’inalazione o dall’ingestione di diverse sostanze tossiche, quali acido cloridrico o acido solforico. La fibrosi polmonare e uno dei disturbi che complicano, per cause sconosciute, alcune malattie generali quali la sclerodermia, l'artrite reumatoide, il lupus erimatoso disseminato, la sclerosi tuberosa e la neurofìbromatosi. Nonostante si conoscano oltre centocinquanta malattie che, per meccanismi non ben conosciuti o precisati, possono essere accompagnate da fibrosi polmonare, la maggior parte dei casi non presenta relazione alcuna con altri disturbi e risulta di origine sconosciuta. È necessario ricorrere ad assistenza medica quando si presentano sintomi simili a quelli di un'infezione respiratoria quali febbre, tosse secca, sensazione di stanchezza, che non migliorano con un trattamento antibiotico; essi potrebbero infatti costituire la manifestazione iniziale di una fibrosi polmonare. È possibile anche che si presentì una sensazione di difficoltà respiratoria, scatenata da sforzi d’intensità sempre minore. Anche se la diagnosi di fibrosi polmonare e abbastanza semplice e generalmente viene stabilirà con l'indagine radiologica, è comune che si debbano effettuare altri esami di laboratorio perché, per prescrivere il trattamento specifico del disturbo responsabile. Si deve sempre cercare di identificare la causa di questa alterazione. Con il trattamento adeguato, che di solito richiede l'uso di corticosteroidi è possibile evitare l'evoluzione della fibrosi polmonare verso un'insufficienza respiratoria irreversibile.